Di fronte a una nuova scoperta scientifica di base la reazione della stampa italiana finisce sempre con l’esibire l’incapacità generale di discriminare il realismo, da cui in fondo muove l’esperienza scientifica, dall’idealismo proprio dell’esperienza astratta. Come Guelfi e Ghibellini contro, si finisce sempre con il misurare il mondo con le parole di un qualche tipo di realismo o di un qualche tipo di idealismo e va a finire che la scoperta scientifica viene affrontata come se fosse un’idea religiosa o un’opera d’arte da contemplare.
Gli esperimenti di sonificazione dei dati dell’esperimento ATLAS del CERN di Ginevra (con il quale sono stati individuati i segni del decadimento di una particella che potrebbe essere il bosone teorizzato dagli articoli pubblicati da Englert-Brout, Higgs e Guralkin-Hagen-Kibble intorno al 1964), se letti soprattutto attraverso le lenti deformanti di certa stampa, suggeriscono la presenza di una “musica di Higgs” che, come la musica delle sfere, contrappunterebbe il cammino di quella particella che, manco a dirlo, qualcuno ha impunemente definito di Dio.
La sonificazione dei dati di ATLAS (per approfondire sull’esperimento ATLAS e sulla scoperta della nuova particella rimando qui e qui) consiste in realtà nell’attribuzione di una frequenza sonora ai valori statistici tramite i quali ATLAS ha mostrato quanto probabile sia che i decadimenti osservati a un certo valore di massa non siano da attribuire a rumori di fondo ma all’esistenza di una nuova particella di cui sarebbero un segnale (per una spiegazione della faccenda si leggano questi tre ottimi articoli: 1, 2, 3).
L’importanza dell’esperimento di sonificazione è data dal fatto che offre un’immagine sonora dell’insieme dei dati statistici costituendo, in sostanza, una codifica (e non una metafora!) dei valori a disposizione. Il do6 che compare dopo circa tre secondi e mezzo dall’inizio della registrazione rappresenta il picco di segnale, in corrispondenza della massa di 125,3 GeV, che suggerisce la presenza della nuova particella. Quello che indicano i dati e la loro codifica sonora è il rapporto segnale/rumore al crescere della massa. Quando il dato del rapporto segnale/rumore cresce, il suono che codifica il dato è più acuto: