Galileo si stupiva di come attraverso gli strumenti limitati dell’alfabeto si potesse esprimere un’ampia gamma di pensieri. Più vicino a noi, Frege sottolineerà le differenze esistenti tra il modo di presentare le cose e le cose stesse, per cui dire “Roma è Roma” ha un senso (Sinn) diverso dal dire “Roma è la capitale dell’Italia”, benché il referente di “Roma” e di “Capitale d’Italia” sia lo stesso. Ancora più vicino a noi Chomsky ritiene che sia impossibile per i bambini apprendere il linguaggio ascoltandolo intorno perché gli stimoli linguistici e il tempo a disposizione sarebbero del tutto insufficienti per raggiungere quella competenza linguistica che i bambini raggiungono intorno ai tre anni. Da ciò ha dedotto che gli uomini nascono con gran parte delle capacità linguistiche già strutturate, innate, nella forma di una “grammatica universale”, di specie (Freud aveva già parlato di memoria di specie per descrivere il linguaggio universale dei simboli). Le simulazioni al computer di Kirby, di cui ho parlato nel precedente articolo, dimostrerebbero però che l’apprendimento del linguaggio potrebbe non essere così difficile come ipotizzato da Chomsky, nel senso che è l’apprendimento stesso che fa emergere le strutture grammaticali: la “povertà dello stimolo”, nell’ipotesi di Kirby, è quello stretto collo di bottiglia che obbliga chi apprende a individuare leggi e regolarità in ciò che è casuale. Nella sua simulazione vengono generate sequenze casuali di simboli per determinati significati, senza che nella loro struttura ci siano sequenze o elementi dotati di specifici significati composizionali. Procedendo nella simulazione, coloro che apprendono le sequenze casuali all’interno della simulazione hanno la possibilità di fare esperienza di una piccolissima parte delle sequenze generate e il linguaggio di ciascun apprendente sarà diversissimo da quello degli altri. Nel tempo però succede qualcosa di particolare: alcune parti dei sistemi linguistici acquisiscono una loro ‘stabilità’, si cristallizzano delle regole che vengono trasmesse in modo fedele da una generazione all’altra.
D’altra parte le simulazioni di Kirby rendono conto solo di un aspetto del rapporto tra l’uomo e il linguaggio, ma non considerano la trasgressione alle regole o più propriamente la messa in discussione delle grammatiche sedimentate di generazione in generazione, che può arrivare fino alla loro catastrofe. Il processo di tortura o frantumazione di una grammatica, che avviene per mezzo della deriva omologica e dell’esplorazione simbolica, è difficilmente simulabile. Catastrofe e tortura sono perciò due strade diverse per giungere dall’ordine già scritto di una grammatica alla costruzione di qualcos’altro. La catastrofe è più radicale della tortura, ma sono entrambe accomunate dalla ricerca di un mezzo espressivo che nel momento in cui si cristallizza conduce a un nuovo universo di nuove leggi o al caos del caso. La dialettica tra ordine e caos è perciò una dialettica tra un principio logicizzante che norma l’uso del mezzo espressivo creando un sistema e un principio che va in direzione opposta e che, per mezzo dell’esperienza astratta di cui è messaggero un nuovo mezzo espressivo, tortura o frantuma un sistema ereditato dalla storia. Ancora una volta esperienza scientifica, analitica, logica ed esperienza estetica, astratta, si trovano ad essere complementari e conducono in luoghi diversi.